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Anche oggi, in tutti i centri della Val Vibrata, si sono verificati dei disagi nella normale attività di raccolta dei rifiuti. Nello specifico, non è stata garantita, nei comuni del comprensorio, la raccolta del rifiuto umido (scarti alimentari), e i bidoncini sono rimasti in bella mostra, in strada, per l’intera giornata.

 

Il disservizio odierno pare che sia l’effetto a catena di quanto accaduto nei giorni scorsi: ossia l’interruzione del rapporto con la società che gestisce il centro di pre-trattamento dei rifiuti di Ancarano. Oggetto del contendere gli 80mila euro non versati dall’Unione dei Comuni: cifra che la Città Territorio avrebbe dovuto pagare entro il 3 ottobre, ma che ha invece contestato all’azienda di Ancarano (il cui contratto è ora scaduto e doveva essere rinnovato) in quanto includerebbe una serie di rincari non pattuiti.

 

“Forse qualcuno pensava che, vista la situazione di emergenza che si è creata in questi giorni, l’Unione dei Comuni avrebbe firmato il nuovo contratto accettando le nuove tariffe – ha affermato Alberto Pompizi, presidente dell’Unione dei Comuni -. Invece insieme ai dirigenti della Poliservice abbiamo individuato un nuovo sito che, a parità di servizio, ci permetterà di risparmiare circa 5 euro a tonnellata. Se i rifiuti sono considerati l’oro del futuro, la Val Vibrata non presterà il fianco. Come amministratori abbiamo il dovere di trovare soluzioni tali da diminuire quanto più possibile i costi sostenuti dai cittadini”.

 

L’Unione dei Comuni paga per lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti secchi 170 euro. Una cifra non indifferente, ma che è comunque la più bassa della provincia, considerato che in altre zone i costi si aggirano sui 230 euro.