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Sabato 27 aprile e lunedì 29 aprile si sono svolte le cerimonie di intitolazione della scuola media di Sant’Omero a Sandro Pertini e della scuola materna di Sant’Omero a Maria Montessori.

Alla cerimonie, coordinate dal prof. Enrico Di Carlo, Deputato di Storia Patria negli Abruzzi, hanno partecipato il Sindaco, Alberto Pompizi, in rappresentanza della Amministrazione comunale, il consigliere provinciale Adriano Di Battista, il dirigente scolastico di Nereto-Sant’Omero-Garrufo, Danilo Massi, docenti ed alunni delle scuole di Sant’Omero.

 

Nel corso degli eventi il  Sindaco ha scoperto le lapidi dedicate ai due personaggi sottolineandone l’importante ruolo nella storia.

Sandro Pertini – ha spiegato il Sindaco, Alberto Pompizi – è stato definito il presidente più amato dagli italiani, ricordato per l’amore verso l’Italia, per il suo carisma, per il suo modo di fare schietto ed ironico, per l’onestà, per l’amore verso i bambini e per aver inaugurato un nuovo modo di rapportarsi con i cittadini, con uno stile diretto e amichevole. La schiettezza e la pragmaticità di Pertini hanno caratterizzato anche la sua azione politica ed istituzionale, facendolo apparire come un presidente che puntava alla concretezza, rifiutando compromessi e imponendosi con il suo rigore morale. Maria Montessori – ha proseguito il Sindaco – è nota per essere stata una delle prime donne laureate in medicina in Italia, per le sue lotte femministe e per il suo impegno sociale e scientifico a favore dei bambini meno fortunati. Con l’elaborazione di un nuovo metodo educativo diretto a sviluppare la libertà e la creatività del bambino, con la costante lotta all’analfabetismo e la cura verso i bambini in condizioni di disagio Maria Montessori ha dato un enorme e fondamentale contributo al mondo pedagogico e scolastico“.

 

Sono state scelte la scuola media e la scuola materna di Sant’Omero – ha concluso il Sindaco – per affidare alla comunità il ricordo di questi due grandi personaggi affinchè proprio i giovani ne tramandino gli insegnamenti e non dimentichino il loro ruolo nella storia“.