Comunicato stampa
Il 20.07.2010 veniva promossa un’azione penale a mio carico e veniva ipotizzato il reato di “Attività di gestione di rifiuti non autorizzata” di cui all’Art. 256 commi 2 e 4 del D.Lgs. n. 152/2006 (Codice dell’Ambiente). La notizia veniva ampiamente divulgata sui media locali.
Secondo l’accusa lo scrivente, in qualità Sindaco di Sant’Omero e di Presidente dell’Unione di Comuni della Val Vibrata, sarebbe stato responsabile di non aver ottemperato alle prescrizioni contenute in una diffida della Giunta Regionale del 3 marzo 2010 (la quale era la reiterazione di altra precedente diffida del 10.07.2006), relativa alla discarica per sovvalli ubicata nel territorio del Comune di Sant’Omero.
La difesa, attraverso la ricostruzione dei fatti condotta con la massima acribia dall’Avv. Pasquale Capuano e la esibizione di atti documentali relativi al periodo 1998-2011, ha dimostrato la infondatezza dell’accusa poiché – in primo luogo – le prescrizioni imposte ai soggetti a vario titolo responsabili della discarica in parola sono tutte pregresse al momento in cui lo scrivente si è insediato come Sindaco (il 7.6.2009) e come Presidente dell’Unione di Comuni (il 7.7.2010).
In secondo luogo il sottoscritto non sarebbe stato comunque punibile in quanto, se anche fosse stato il naturale destinatario delle prescrizioni sopra citate, la discarica era comunque ferma dal 04.05.2005 per scadenza dell’originaria autorizzazione rilasciata nel 1998.
In terzo luogo, pur non essendone obbligato, avevo già delegato un consulente nella persona dell’arch. Elisabetta Chiodi la quale – in base al principio di separazione dei poteri politico e amministrativo – avrebbe dovuto essere la naturale destinataria di ogni e qualsivoglia prescrizione in materia.
In ogni caso, appare grave che l’ARTA abbia ipotizzato la mia diretta responsabilità, non potendo non sapere che già dal dicembre del 2005 il Comune di Sant’Omero e l’Unione di Comuni della Val Vibrata avevano consegnato la discarica alla Poliservice S.p.A. e, quindi, lo scrivente in qualità di Sindaco non avrebbe potuto averne né il possesso materiale né quello giuridico.
Il giudice dott. Cirillo ha accolto integralmente la tesi difensiva assolvendo con formula piena l’imputato per non aver commesso il fatto.
Auspico che la notizia dell’assoluzione, a distanza di tre anni dall’avvio dell’azione penale, possa avere il medesimo rilievo pubblico che ebbe quella della sottoposizione al giudizio, al fine di risarcire almeno in parte i danni morali che questioni così spiacevoli inevitabilmente producono.
Il Sindaco di Sant’Omero
Rag. Alberto Pompizi